sabato 26 febbraio 2011

Scrivendo senza fine possiamo sentirci liberi, senza catene, in volo nel cielo anche stando a terra con il corpo pesante.

Non cerco un pretesto per rammaricarmi, tantomeno per stare male. Cerco qualcosa di vero, di parte o neutrale che possa essere. Con le mani fredde e le dita insensibili, scrivo. Con il cuore assente, come canta Giusy Ferreri. Con tanti pensieri che assentano il cuore. =) Se non esistono le parole inventiamole. w il neologismo della lingua italiana, e alla pari maniera la licenza poetica. Che impropriamente faccio mia da sempre! =)

sabato 19 febbraio 2011

Ecco, appunto.

Forse si, ma magari no. Ed infatti anche no. Chi attende paziente troverà quel che cerca. Prima o poi, forse, magari. Ma suvvia non è indispensabile incontrare oggi qualcuno. Ho atteso tanto aspettandomi anche molto di più alle volte. Un sorriso può di certo attendere. E se non sarà il tuo sarà il mio, oppure il riflesso del mio sul viso di altre persone. No?

12.24 - 12.30

Caldo nonostante il freddo. Forse agitato, magari vedo. Senza "lo", senza "ti". Forse, magari. Chi lo sa. Fingendo tranquillità, raccontando però in modo emozionato ed illuso, come 10 anni fa, o quasi. Quando bastava un sorriso per farmi credere una promessa di amore eterno e una sicura storia d'amore. Quando ho trovato più illusioni che respiri. Quando tutto questo è servito per farmi maturare; a mazzate forse, ma tuto è servito. Se riguardo indietro e ripenso, a quelle situazioni che ricordo (ricordarle tutte sarebbe impossibile, erano troppe), sorrido i mi rivedo terribilmente ingenuo e bambino. Un bambino che giocava ad essere grande e voleva provare cose che ancora adesso forse non ha mai provato del tutto. Sempre e solo amori a metà. Senza menzionare il grande buco nero. Ops l'ho fatto. Ma oggi cerco di essere tranquillo, più di ieri e meno di domani. O a quando sarà il prossimo. E non mi monto la testa. O forse si. Ma ogni tanto un'illusione regala quel sapore dolce... ed è meglio assaporarlo fino in fondo prima del retrgusto amaro della realtà. E chi ci vuole pensare adesso? <3

venerdì 18 febbraio 2011

due numero romano

Che giorno lungo è stato arrivare fino ad oggi. Eppure adesso mi sento tranquillo, non deluso. Cavolo. Poteva andare certo in modo diverso, però se deve andare così... così è. =)=)=)
Magari domani.

Forse domani.

La ballata dell'amore cieco

Un uomo onesto, un uomo probo,
tralalalalla tralallaleru
s'innamorò perdutamente
d'una che non lo amava niente.

Gli disse portami domani,
tralalalalla tralallaleru
gli disse portami domani
il cuore di tua madre per i miei cani.

Lui dalla madre andò e l'uccise,
tralalalalla tralallaleru
dal petto il cuore le strappò
e dal suo amore ritornò.

Non era il cuore, non era il cuore,
tralalalalla tralallaleru
non le bastava quell'orrore,
voleva un'altra prova del suo cieco amore.

Gli disse amor se mi vuoi bene,
tralalalalla tralallaleru
gli disse amor se mi vuoi bene,
tagliati dei polsi le quattro vene.

Le vene ai polsi lui si tagliò,
tralalalalla tralallaleru
e come il sangue ne sgorgò,
correndo come un pazzo da lei tornò.

Gli disse lei ridendo forte,
tralalalalla tralallaleru
gli disse lei ridendo forte,
l'ultima tua prova sarà la morte.

E mentre il sangue lento usciva,
e ormai cambiava il suo colore,
la vanità fredda gioiva,
un uomo s'era ucciso per il suo amore.


Fuori soffiava dolce il vento
tralalalalla tralallaleru
ma lei fu presa da sgomento,
quando lo vide morir contento.
Morir contento e innamorato,
quando a lei niente era restato,
non il suo amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene.
Fabrizio De Andrè

Uffa.

Che gran silenzio nella stanza. Senza musiche e in troppa tranquillità. Sono contento oggi. Triste occasione per esserlo. Egoista, un poco. Tagliatelle e un sorriso, per pranzo. Il tempo scorre lento annoiandomi con l'ozio. Uffa. La più poetica stanca protesta. =)

giovedì 17 febbraio 2011

Il gioco dell'angelo

Una meraviglia, che strega. Che ricorda che le frasi non devono mai iniziare con il che. Forse un giorno riuscirò ad arrivare alla fine di un libro senza credere di affogare nell'angoscia. =) Senza la paura di un infarto per l'impazienza di divorare le parole. =) Magari fino a che sarò io a scriverlo quel libro.

17

Tra le parole ed i pensieri. La stanchezza di ieri per i troppi ragionamenti, le filessioni ed i pensieri per pensare. Il sogno strano, piacevole. Il mal di testa che occupa un posto importante in quella che sarà una lunga giornata. Il pensiero che forse avrei potuto sorriderti al prossimo funerale. Che strano, tra le lacrime ed il dolore, il mio sorriso che speranzoso cerca il tuo sguardo. Non conosco il tuo nome, non abbastanza il tuo volto, ma stupidamente spero. Come da tempo non facevo, illudendomi forse, ma mordendo queste sensazioni di incomprensione al mondo, eccitazione e quella strana impressione di avere di nuovo 15 anni. Come se ne fossero passati quasi 10. Già. E dopo un canto, aspettabvo quello che sapevo avrebbe aumentato il mal di testa. Il necrologio, atteso ed inaspettato. Mi piacerebbe dare una sbirciata a quello che è il disegno tracciato per me. Cercare di coglere qualche cosa in più, giusto per alleviare il mal di testa e non spaventare la nonna. Perchè nonostante tutto con qualcuno ho bisogno di parlarne. E se non lo faccio con chi mi ascolta e mi garantisce il silenzio, quello vero, allora con chi? Con i dubbi e le domande si riaccende anche quella piccola speranza con la consapevolezza che è tutto triste, ma per adesso mi piace così. Fino a che non si andrà oltre al ciao. Stupido, sai già tutto. La storia non è nuova ma anche se hai letto 1000 volte il finale ci riprovi. Tanto il muso è abituato a sbattere, sorridere, fingere ed infine neppure più piangere. Perchè dopo le lacrime c'è ancora consapevolezza. E dopo accettazione; di quello che non troppo tempo fa è stato confermato da un pendolo. Che pendola. Che grande storia.

Nonno.

Un piccolo ma costante timore, un filo d'ansia che si intreccia nella sciarpa che porto al collo. Un cappio quando la paura prende piena coscienza di se stessa risvegliandosi in uno strano stato d'eccitazione. Un sogno, ogni tanto ricorrente, strano. Solo io che ti vedo tra tutti gli altri, solo io che ogni volta piango, non riesco a parlare a gridare, piango soltanto; disperandomi. Prima sconcerto, poi gioia incredula, paura, tristezza e pianto. Il tuo sguardo fisso, fermo come le stelle in cielo. I tuoi occhi profondi, caldi, di tutti i sentimenti che posso decifrare. Alla fine tra il sudore e le lenzuola, le coperte troppo pesanti e un po' di timore ed emozione, il risveglio. E tutto resta un altro ricordo che si aggiunge al quasi perenne mal di testa.

mercoledì 16 febbraio 2011

Ieri 777°

Un fiore che pian piano va appassendo. Un sorriso. Due occhi profondi, veri di vita; nonostante i quasi ottanta. Il cammino inesorabile che il tempo traccia davanti a noi. I passi incerti ma sempre verso nord. Verso la fine, o l'inizio. Di qualcosa, con qualcuno. O dei ricordi nell'eternità di qualche generazione, della parola scritta, del cielo; dell'entità. Con l'apostrofo per accontentare tutti: chi crede sia uno, chi crede siano mille. Dio, dio o dei. Io sorrido e scrivo. Trovo negli occhi di questa bambina di ottant'anni la voglia di imparare, il rimprovero per se stessa che cocciuta ed impertinente non impara i trucchi della sua discendenza, di sangue e tecnologica. Una volta si parlava solo tete e tete, o chi poteva tramite terzi. Oggi anche i cani ed i gatti hanno un cellulare. E a chi non serve ne crescono due in tasca, uno nel cassetto della cucina e uno che deve ancora essere scontrinato. Così il mondo corre verso il futuro. Incerto, ma cocciuto ed impertinete. =)

martedì 15 febbraio 2011

18.46 quasi chiusura

Un trespolo per pappagalli, o uno sgabello scomodo e la testa che ronza. Mi riconosco nel mondo, nel viso di chi mi guarda, osservo senza nascondermi e sorrido. Che strana sensazione ritrovarsi dopo il tempo. Nel tempo. Per tempo. Sono passati quasi cinque anni. 2007-2011. E quello che è stato un gioco è divenuto nel tempo, e col tempo, una valvola di sfiato indispensabile. Una soddisfazione immensa, orgoglio senza pregiudizio. Parole e pensieri. Libertà nel parlare delle mie catene. Delle situazione e delle persone. Dei sogni e dei ricordi. Solo sulla strada virtuale, pionere delle parole ora lette da qualcuno, dopo l'esplosione di euforia, silenzio ed abbandono, ora ancora vita. E qualcuno che non conosco mi segue. Senza retorica, grazie. Posso leggere il tuo nome, conoscere il tuo viso o immaginare cosa e come ti ha portato  su queste righe. Ma grazie. E' un modo per sentirsi meno soli. E considerati, anche nel silenzio virtuale di questo blog. =)

Andre from Trino

Tra le mura di un palazzo vecchio, umido e trasandato; come i propiretari.
Lenzuola sopra il viso a coprire il cielo grigio di pioggia. Leggendo ed imparando. Desiderando, carne e corpo. Uhm uhm... =)

giovedì 10 febbraio 2011

11/11/11

La barba sfatta come il cielo dopo il temporale.