mercoledì 31 dicembre 2008

tiriamo le somme

per quest'anno che tra poche ore ci abbandonerà.. per i momenti passati, per ogni istante, per tutti i secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi.. anni no! per tutto quello che è successo, quello che non è successo.. mi pare che tra alti e bassi sia stato un anno positivo; tra ricordi (ma quelli ci sono sempre), pensieri (ma quelli non mi abbandoneranno mai), ragionamenti (ma anche quelli ogni tanto ci sono) e delusioni (ma se non ci fossero saremmo tutti senza carattere e spina dorsale) ho fatto una bel viaggio, tutto sommato.

un briciolo di nostalgia permea nell'anima, ma il cuore ringrazia per ogni cosa. so già che questa sera avrò un senso di inquietudine, una sensazione di vuoto, la non tranquillità.. leggera paura il cuore a mille, i ricordi che alla velocità di un gioco di luce nel cielo sfilano davanti agli occhi, tra un razzo ed una girandola riempiranno la mente tutti i ricordi di quest'anno.. e allo scoccare della mezzanotte, quando tutto questo sarà finito, quando apriremo gli occhi vedendo il 2009, le vertigini, la testa che gira, l'ebbrezza, la nausea.. piano piano tutto sparirà, lentamente, con il fiato corto, ogni respiro sarà più sempre più lungo del precedente, come dopo un orgasmo, e la tranquillità ritroverà la strada.. poi la notte vera, quella dopo la festa.. quando al contrario di migliardi di persone andrò nel mio lettuccio.. per ritrovare i ricordi del 2008.. baci a tutti quelli che hanno reso la mia vita così come lo è stata.. grazie a tutti quelli che non hanno fatto quello che si sentivano di fare per il mio bene, grazie a chi tenuto fede alle parole giurate, e grazie a te, che in questo momento potresti essere chiunque.. ma grazie anche se fossi uno sconosciuto.. smile!

lunedì 29 dicembre 2008

cucù

Quanto tempo che non scrivevo qui.. Malinconia.. Ricordo perfettamente il momento in cui ci venne in mente di creare questo spazio, ricordo che fui io a farlo... ehh nostalgia canaglia [cit.]... Ragazzi, non so neppure io bene cosa scrivere.. Ci sarebbero tantissime cose.. Mi limito a salutare ed a dirvi ToVoBo!!! Ehehehe...

domenica 28 dicembre 2008

i giorni

passano in un modo innaturale, l'estate si è capovolta nell'inverno e nonostante il freddo sento il calore dei ricordi.. uscire con loro e andare in giro per negozi in macchina, scherzare e vivere anche se per poco sotto un unico tetto ricorda proprio tutto quello che abbiamo condiviso..

sabato 27 dicembre 2008

555

io dicevo no ma qualcuno dice oggi che la mela in realtà era avvelenata.. cosa ne posso sapere io? bene dovrei dare risposte al caso? devo dire quello che vuoi sentirti dire? no, mi dispiace, ti voglio bene ma nn scendo a questo livello. ho detto che ho raggiunto e capito cosa vuoi tu e cosa posso io ma nn toglie che un sentimento puro rimanga vivo.. nn può morire in un giorno. sto combattendo con me per il tuo bene, mi dici che ti da fastidio e mi reprimo, ma non mento. la mia amicizia per te è pura come io lo sono ma non comando il cuore. ho la forza di comandare molte cose, più di quelle che possono credere in tanti. ma questo nn sono in grado di farlo, nn conosco nessuno capace di farlo se non una sola persona.. il.tuono; se hai buona memoria come dici che ho io ricorderi che è il.tuono.. te ne ho parlato, quando ho parlato a te, in quell'occasione nn hai capito molto ma ora tutto ti è chiaro.. sono forte e mantengo fede alla mia parola, sono fermo. convinto che posso mantenere salda, per quel che mi riguarda, questa amicizia. ci tengo, molto. tu per me rappresenti tutto e niente, 2 persone, 2 entità e sai bene cosa intendo. l'una la posso controllare l'altra no, ma nn puoi credere sperare che io la cancelli, nn per cattiveria, potessi forse lo farei.. ma non ne posso. nn pensare mai male di me perchè nn lo merito. nn chiedere al cielo risposte che sai che posso darti io.. sono qui, chiedi e ti sarà data la parola che conosco. però in cambio pretendo un minimo sindacale per sopravvivere.. ci sono tante cose che so che mi vuoi dire, altre che ti prendono in indecisione ma alla fine dici poco, quasi nulla. ecco, mi piacerebbe poter condividere con te quello che dovrei conoscere per poterti parlare.. inizi un discorso poi ti blocchi, quando ti chiedo mi dici che nn puoi, vuoi o che nn posso sempre sapere tutto. ma pensa solo per un attimo che io nn so niente, se non quello che ho potuto conoscere "conoscendoti" in sette giorni, pochi ma lunghi.. è vero che non conosco molto di te ma devi ignorare quel muro che ti sei creato e dirmi tutto chiaro e tondo, senza preamboli o sensi di colpa.. nn resisto così.. l'ultima tua è stata che ho causato molti problemi, senza saperlo, ma nn personalmente, li ha creati una persona che poteva essere più buona con tutti.. ebbene: illuminami.. mi posso anche far carico di colpe che nn mi toccano, ma posso almeno conoscerle? che è successo? cosa ho stravolto nella tua vita? che ha fatto questa persona? e io nel mio piccolo mondo cosa c'entro? forse ti ritrovi a pagare il prezzo di avere un amico "così" ma non ho detto niente io ai tuoi amici, e se fosse quello davvero non ne ho colpa.. ciao smile

giovedì 25 dicembre 2008

25-12-2008

dovrebbe essere bellissimo.. ricordare un giorno così importante per il mondo.. ricordare quello che che in tanti non credono e quello che invece in tanti credono ma ogni tanto dimenticano.. mi ritrovo solo al piano superiore di una casa che non è la mia.. al piano di sotto tutti fingono gioia e felicità e dall'alto li controllo.. neanche oggi riesco a spegnere i pensieri e stare tranquillo con me.. una volta tanto.. vedere quelle foto per il regalo, la testa che gira, la mente che si annebbia i ricordi che straboccano e come acqua bollente mi toccano la pelle.. non si può essere così.. così complessi, lui ha ragione pazzo.. ma leggi quel libro e vedrai che capirai ogni mia parola.. quel libro mi ha dato tanto e spero che tu possa riflettere e trovare quello che cerchi.. pazzo, complesso, matto.. ma nel mio mondo, lì tranquillo nei miei pensieri.. lì sono normale.. smile!

lunedì 22 dicembre 2008

.c.e.r.c.o.p.a.r.o.l.e.

anche quest'anno l'ormai famoso concorso riprende vita.. dovevo questo racconto a lui, lui che per tanto tempo mi ha coplito in ogni momento da quando marzio me ne ha parlato.. Jacob. Ecco il mio racconto.. (pubblicato poco fa sul sito!)

Jacob 101
Era nato per credere nell’impossibile. Nell’amore universale.
La sua pelle bianca lasciò di stucco i soldati quando lo trovarono, di ritorno verso casa, nel vicolo fiocamente illuminato. Quasi tratti in inganno gli rivolsero con tono gentile alcune domande, ma quando il bambino parlò, con il suo accento diverso rivelando il proprio nome, gli uomini lo presero saldamente per le braccia portandolo alla stazione.
Per tutto il percorso non gli rivolsero la parola e quando lo lasciarono con il folto gruppo di donne restò immobile nel gelo della sera.
Una donna dai lunghi capelli neri lo avvicinò e senza alcun prevedibile gesto , vedendolo solo, lo abbracciò tenendolo teneramente al petto; così silenziosamente le lacrime scesero copiose.
Il loro treno arrivò dopo poche ore. La mamma di Jacob gli aveva raccontato di alcuni treni: larghi, comodi, veloci e con tanti posti a sedere. Non capiva perché la mamma gli aveva raccontato una bugia: “Su questo treno non c’è nessun posto a sedere, è largo ma siamo in troppi, siamo tutti stretti” pensò. Una cosa positiva c’era, essendo tutti ammassati il freddo piano piano lasciava posto al tepore dei tanti corpi caldi.
Gli altri bambini piangevano, non capiva perché, e le loro mamme non trovavano la forza per consolarli. Una in particolare con il volto rigato da terrore misto a dolore, con una coperta prese a proteggere la figlia stringendola, sempre più decisa, sempre più addolorata, finché il viso della bambina da rosso divenne sempre più pallido e smise di piangere. La madre le chiuse gli occhi con un gesto lento e dolce della mano; Jacob non ebbe mai la possibilità di capire che quella donna non era una madre snaturata, aveva solo strappato ad una vita di dolore il futuro della sua bambina.
Arrivarono in un piccolo paese alla periferia di una grande città e insieme agli altri bambini venne portato in una grande camera stipata di letti di legno e paglia, gli parvero giacigli adatti a galline. Appena il tempo di sedersi in un angolo solitario quando un uomo dal lungo camice bianco entrò nella camera.
Vedendolo i suoi occhi brillarono di luce maliziosa e chiamandolo a sé gli disse: “Tu sei speciale, non devi stare qui, vieni con me” così dicendo gli porse una coperta e lo portò in una stanzetta con due letti vuoti, in quello che doveva essere un ospedale.
Tutti i giorni gli venivano portati tre pasti caldi ed oltre a qualche puntura veniva lasciato stare.
Poi iniziarono strani compiti alla quale doveva sottoporsi: “Dovrai solo aiutarci facendoti fare delle iniezioni, queste potrebbero fare un po’ male Jacob, ma se prometti che farai il bravo, oggi ti farò un regalo: un tatuaggio, per un bambino della tua età è un onore”. Così nel pomeriggio un uomo gli tatuò sul braccio un numero di otto cifre. Gli piaceva il suo tatuaggio, era un numero che non era in grado di leggere, ma sicuramente avrebbe imparato.
Le punture di cui parlava il dottore gli procuravano dolore e gonfiore alle parti del corpo sottoposte; quando il gonfiore non accennava a diminuire i dottori gli praticavano tanti piccoli taglietti, l’uno vicino all’altro, e dopo qualche giorno non rimanevano che le ferite.
I suoi piccoli arti, dalla pelle un tempo bianca come la neve, erano diventati di un terribile grigio chiaro, emaciato dalle torture.
Il ciclo di punture terminò e il dottore gli disse che era arrivato al punto della cura più difficile: sulla pelle malata venivano applicati bendaggi ed impacchi di sostanze che al contatto con l’epidermide gli provocavano inimmaginabile dolore; la pelle venne via insieme alle bende.
“Oggi Jacob le medicazioni te le farà una mia amica, è molto emozionata, perché questa è la sua prima medicazione”.
Jacob accolse con un sorriso pieno di sincerità la donna che tanto tempo prima, alla stazione, lo aveva preso a sé, la donna però non sembrava felice di vederlo, sembrava demoralizzata.
Con gesti tremolanti portò vicino al letto bende e bacile, contenente la medicina. Inciampò in un lenzuolo adagiato a terra ed il bacile cadde sul letto capovolgendosi e inondando il piccolo corpo di Jacob.
Jacob credette di andare a fuoco, sentiva la pelle arricciarsi e bruciare, il dottore subito gli fece una puntura e lui si addormentò.
Sul corpo rimaneva illesa solo la parte finale del tatuaggio, tre cifre, e quando il corpo venne portato in cortile alle fosse, un soldato chiese al dottore chi fosse il bambino morto: “Si chiamava Jacob, Jacob 101” rispose con un luccichio negli occhi.
Andrea Teti _ IV informatica _ I.T.I.S. Giulio Cesare Faccio _ Vercelli

sabato 20 dicembre 2008

lettera a machiavelli (perchè?)

resta ora a vedere caro niccolò per quale motivo dovrei continuare ad elargire la mia pazienza e la mia bontà a chi si disinteressa di me e dei miei comportamenti, se non nel momento del bisogno. se per tutto il tempo che passa con me l'individuo assilla la mia mente con varie stranezze proprie del suo essere e con comportamenti assai fuori luogo, io non ne posso. nel momento in cui io rivolgo lui un'osservazione, la sua reazione non può essere diversa dalla mia, non si può prendere nessuna libertà se non quelle che gli concedo.. così la sua rabbia deve essere assorbita o direzionata altrove. per questo motivo non potrebbe essere un buon principe..

machiavelli sinceramente ti porgo su di un vassoio d'argento il mio risentimento, non credevo che persone di questo genere possano essere a volte così assurdamente semplici e per alcuni versi deboli nei momenti di rabbia.. ma chi non lo è.. umani, così li chiamano..

niko, alla prossima.. smile! bacini

sabato 13 dicembre 2008

cogito ergo sum

prenditi del tempo per pensare.. siediti in un angolo per qualche attimo, chiudi gli occhi, prendi la testa tra le mani ed abbandonati ai pensieri nascosti alla quale mai ti sei abbandonato.. accompagna la mente in un viaggio difficile da percorrere controvoglia, riguarda la tua vita, le scelte che hai preso, le decisioni affrontate, gli incontri, le parole che hai detto, più importante quelle che non hai detto mai..

mi sono seduto ed ho fatto tutto ciò.. ho pensato ripensato ed ancora pensato alla mia vita, a tutto quello che ho fatto, a tutto quello che ho deciso, a tutto quello che ho bruciato, a tutto quello che ho abbandonato, a tutto quello che ho deciso di non portare con me, a tutto quello che ho scelto da portare con me per la vita.. a me.

in un momento in cui mai avrei pensato che dalla mia bocca fossero uscite quelle parole la lingua ha comandato, o meglio, sotto la guida dei miei pensieri ha eseguito l'ordine di dire semplicemente la verità, non che prima fosse risaputa una bugia, solo una mancata verità, ergo un qualcosa di non detto, di omesso..

posso dire ora che fare un piccolo "controllo del sistema" serve a molto.. alcuni bug si possono così eliminare o risolvere senza dover ricorrere ad aggiornamenti esterni.. VANEeggio.. ecco, il solito filo di pensiero che ripensa a questa estate, forse oggi quello che sto scrivendo serve anche a te, non tutto, solo il primo "verso".. e forse serve anche ad altre persone che, mi accorgo ora, avrebbero un gran bisogno di riordinare la propria mente.. tanti amici.. che in ogni caso non sarebbero forse così apprezzari da me, se non così.. bacini! smile!

martedì 9 dicembre 2008

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uno di questi giorni dovrò ben prendermi la briga di scrivere e scrivere.. da tanto tempo nn mi sfogo qui.. oggi a teatro una grande emozione

rispondete uno alla volta, salendo sul palco, alla domanda: quale evento ha cambiato la tua vita? l'ha cambianta facendoti cambiare e crescere? e ancora oggi trova riscontro in tutte le
tue decisioni..?

bene.. nn volevo, volevo andar via, lasciare l'officina, poi ho deciso avrei detto questo, poi salendo ho invece detto quello.. esatto.. tutti di fronte a me, 11 persona in un botto nn ancora le avevo provate.. tutti in silenzio ad ascoltarmi, ad ascoltare quel racconto recitato ma reale, vissuto tangibile.. ed io, lì per loro e per me.. la chiave indiscussa la fiducia; dall'alto del palco ben illuminato guardavo loro in basso al buio, mi sentivo forte, non superiore, deciso, fiducioso.. già, la fiducia.. bacini più maturi di ieri.. smile!

venerdì 5 dicembre 2008

velocemente

come li ho vissuti li ho raccontati.. ancora una volta, ancora per esprimere parzialmente cosa ho provato.. senza cercare conferme che ho comunque trovato.. ricordi. attimo per attimo con precisione maniacale quello che c'era da dire, un sorriso amico.. come avevo scritto nel volantino.. andre.mela.ha.sempre.ragione modesto vero?! baciotti