venerdì 29 luglio 2011

PRIMAVERAVITA

giovedì 28 luglio 2011

Come quando il catarro in bocca è troppo, la saliva non lo cala per la gola e si ferma sulla lingua. Non è elegante, ma il sapore è forte e di malavoglia con un pizzico di volgarità devi sputare in terra il sapore, cacciarlo fuori. La bocca asciutta e secca dopo lo sputo, la pasta grassa e densa del muco non c'è più e solo il ricordo del sapore guasta il gusto reale della bocca. Un sorso d'acqua a riequilibrare la situazione, e tra due ore un nuovo groviglio di catarro e pensieri da sputare, magari in faccia a qualcuno.

mercoledì 20 luglio 2011

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Svegliami dal torpore, alzami le mani sul capo e scuotimi. Il giorno inizia con le nuvole in cielo.

sabato 16 luglio 2011

Incerto muovo lo sguardo lontano. Ogni giorno cresco dentro, m'accorgo di fare mia una fetta piccola piccola di maturità. Sembrano solo problemi, e sembra che le soluzioni si siano estinte come i dinosauri. Solo fossili a far da testimoni.

venerdì 15 luglio 2011

Ribellione e desiderio

Sparisci dalla mia gola fiele.
Ingoiati la foia di questa euforia malsana.
Ripulisci dallo sporco del desiderio quello che non esiste.
Cancella tutto dannata ossessione.

giovedì 14 luglio 2011

Forse questa è la melanconia

Cuori stanchi e sogni spenti.
Ogni sorriso un sorriso. Facile all'amore, disperato o perduto? Condannato? E' forse l'ora del conte famoso? Avrei quasi voglia di dire basta, se solo fosse vero. Ma continuo a cercare. Azz.

mercoledì 13 luglio 2011

817

Sei un piccolo bastardo, Andre.

martedì 12 luglio 2011

Mal di pancia

Diventa poi tabacco da bruciare questo senso di impossibilità.

lunedì 11 luglio 2011

Bianca e rossa. Per riportare i pensieri chissà dove, invano

Tempo fa una bruciore intenso alla mano, a fermare i miei sogni ad occhi aperti, a prevenire il male che ne è seguito per anni; per interi giorni di pura disperazione. Giorni di distruzione e crescita e distruzione e ricrescita interiore.Giorni nei quali bastava una parola per sorridere e dopo un pensiero per morire. Questo tre anni fa iniziava. Oggi mi ritrovo a pensare senza fretta a qualche cosa di più. Forse a ripetere gli stessi passi, con le mie due metà di cuore. Forse cerco solo un pretesto per ricominciare a sentire qualche cosa. Forse ricerco l'impossibile. Forse il bruciore questa volta fisico, questa volta bollente, questa volta olio sulla guancia. Forse di nuovo voleva solo dirmi di aprire la mente, di non chiudere in fondo ai pensieri tutto quanto. Di non legare ad un granello di sabbia il mio castello di sogni. Di non costruire sulla spiaggia, che la marea cancella ogni cosa con le sue onde. Ma il ricordo della casa distrutta resta, le macerie restano, le fondamenta restano. Le mie mani, i miei pensieri, il mio sangue. Tutto questo resta. A che serve sentire di nuovo nello stomaco quel ciclone che si muove, quel respiro che si agita, questo pezzo di carne che batte più forte nell'attesa. A cosa serve credere di nuovo in qualcosa che non esiste?

Inevitabile credere alle illusioni?

Se servono per vivere, per sorridere, e respirare. Scelgo questo allora. Il prezzo lo si paga alla fine del film, qui il biglietto si fa all'uscita.