lunedì 31 marzo 2008

Lavori in corso

Sono finalmente tornato, dopo un'assenza di quasi due settimane. Oggi, qui, in questa stanza monotona. Dopo quelli che sembrano secoli ritrovo me stesso; mi pare quasi di scorgere per la prima volta tante piccole cose. La vita corre come un treno, e le fermate anche se sono molte a volte si fanno attendere, lasciando poi tra l'una e l'altra molto tempo. Così è. Rigidamente, mai mi concedo il lusso di guardare solamente una persona che amo mentre crogiola i suoi pensieri in un brodo di dolore e paura; l'affetto grida mille ragioni per rendersi parte utile e solidale. Quando ho visto intorno a me così tanti problemi non ho abbandonato la nave, se fosse affondata o se si fosse salvata, io comunque con lei. Così è. La gravidanza di mia sorella lentamente volgeva al lieto e tanto atteso momento, il rapporto tra i miei genitori era divenuto pesante da portare avanti senza che recasse danni ulteriori alla famiglia; sentivo continuamente le tesi delle due fazioni, sempre pronte allo scontro... ma il mio ruolo è sempre stato questo: sono un mediatore, ho il dono, o la disgrazia, di saper ascoltare anche con il cuore e di parlare con cognizione di causa. Senza muovere accuse e lanciare a destra e a manca colpe che non ho il potere di affibbiare, metto me stesso nell'azione che compio. Senza trascurare i compiti imposti dalla mia età, mi diletto nel sostituire i miei cari quando non ne possono. Le faccende domestiche, poi, sono all'ordine del giorno. Tra il nuovo membro della famiglia e la rottura di quello che pareva un equilibrio perfetto, chi rimane senza colpa e senza lavoro sono io. Quindi dentro nel gioco. La forza e l'energia la trovo in Dio, quel Dio che sempre ci ama ma che a volte dimentichiamo con naturale crudeltà. "maestro, il senso lor m'è duro". L'aria che si respirava era carica di tensione, entrambi stavano a cullare la quasi neo-mamma, scannandosi ancor di più per ogni mera, comunissima banalità.Spiegavo loro di cercare quella maturità necessaria per la pacifica convivenza, col tempo andata ormai sbriciolandosi...Giorni d'inferno, la paura che tutto potesse andare per il peggio; l'impegno da me preso poteva rivelarsi insufficiente. Che delusione avrei dato ai miei cari, tanto già preoccupati per i loro pensieri? E poi avvenne, lo sfinimento fisico arrivò come la nuova stagione.

Mi sono risvegliato in questa stanza d'ospedale, ho capito subito che avevo fallito, avevo aggiunto preoccupazioni a quelle già maturate, avevo spaventato tutti, notando però che questa storia li aveva uniti tutti intorno a me. Senza più litigare. Questo tumore lo sconfiggeremo insieme: io, la mia famiglia e quel Dio che è sempre con noi. Così è.

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