sabato 12 luglio 2008

...rosa per l'occasione...

ROMA (Reuters) - Un giudice di Catania ha riconosciuto 100.000 euro di risarcimento ad un ragazzo di 26 anni che è stato discriminato per la patente, dopo avere dichiarato di essere gay alla visita di leva. Lo si legge nella sentenza che stamani l'avvocato del giovane ha divulgato ai media. Condannati dal giudice civile Ezio Cannata Baratta al pagamento dei danni morali sono i ministeri della Difesa e dei Trasporti, che devono versare anche 10.000 euro per il rimborso delle spese processuali. La storia di Danilo Giuffrida, catanese, inizia con la visita di leva all'ospedale militare di Augusta nel 2001, dove il giovane dichiarava la propria omosessualità e per questo veniva rimandato a casa per "disturbi dell'identità sessuale". Cinque mesi dopo Giuffrida si vede recapitare una lettera della Motorizzazione civile che dispone la revisione della patente e in cui si ricorda che secondo l'ospedale militare lui non avrebbe avuto "l'idoneità psicofisica" per guidare la macchina. Dopo l'esame di revisione, che il giudice definisce "mortificante, illegittimo e discriminante", la Motorizzazione lo riconosce idoneo, ma "solo per anni uno", senza che sia accertata alcuna patologia. Da qui inizia la battaglia legale di Giuffrida per ottenere il risarcimento dalle istituzioni. Il giudice civile nella sua sentenza ha detto che "i comportamenti tenuti dall'amministrazione appaiono in evidente discriminazione sessuale del Giuffrida e in evidente dispregio dei principi costituzionali" di libertà ed eguaglianza di fronte alla legge.

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