G. Pascoli
E nella notte
nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi
rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.
1 commento:
ho detto che avrei lavorato ed eccomi quà....che cazzeggio almeno un pochino prima di affondare...ho riletto anche questo e mi sono accorto dopo dei link...perdonami, sei grande come sempre...avrei un milione di cose da chiederti, da dirti, da scriverti ma ho scoperto l'energia del tuo silenzio e ne voglio essere travolto...poche parole bastano...sei tu tutututututu..è occupato riprovo più tardi...
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